separazione con addebito

Separazione con addebito

La separazione tra coniugi può avvenire in due modi principali: consensuale o giudiziale.

La separazione consensuale si verifica quando i coniugi raggiungono un accordo su tutti gli aspetti della separazione, inclusi i rapporti personali e patrimoniali. Questo accordo può riguardare questioni come l’assegno di mantenimento e le modalità di visita dei figli. In questo caso, il giudice ha il ruolo di ratificare e omologare l’accordo, senza dover intervenire in modo sostanziale nella definizione dei dettagli.

La separazione giudiziale, invece, si verifica quando i coniugi non riescono a raggiungere un accordo e ricorrono al giudice per regolare i loro rapporti personali e patrimoniali. È in questo contesto che entra in gioco il concetto di “separazione con addebito”.

Separazione con addebito: presupposti

La separazione con addebito si verifica quando uno dei coniugi ritiene che l’altro sia responsabile della crisi coniugale e, di conseguenza, chiede al giudice di attribuire la colpa della rottura dell’unione all’altro coniuge. In passato, questo tipo di separazione veniva chiamato “separazione per colpa”.

Un esempio comune di situazione che porta alla separazione con addebito è il tradimento di uno dei coniugi, che può causare la crisi coniugale e portare alla separazione. Il coniuge tradito può sostenere che non può più convivere con l’altro a causa dell’intollerabilità della situazione o del pregiudizio arrecato ai figli a causa dei continui litigi.

Perché il giudice dichiari l’addebito della separazione, devono verificarsi due condizioni principali:

  1. La violazione dei doveri coniugali: uno dei coniugi deve dimostrare che l’altro ha violato i doveri coniugali, come la fedeltà coniugale, l’assistenza morale e materiale, la collaborazione nell’interesse della famiglia e la coabitazione;
  2. Il nesso causale: deve essere stabilito un collegamento causale tra la violazione dei doveri coniugali e la crisi coniugale che ha reso intollerabile la convivenza. In altre parole, il coniuge che ha violato i doveri deve essere considerato responsabile del fallimento del matrimonio.

È importante notare che la separazione con addebito può essere richiesta solo nella separazione giudiziale, quando il giudice è chiamato a prendere decisioni sui rapporti tra i coniugi. Nel caso di separazione consensuale o negoziazione assistita, non è possibile richiedere l’addebito.

La giurisprudenza ha affrontato numerosi casi in cui l’addebito è stato richiesto per motivi diversi, come il tradimento, l’abbandono del tetto coniugale o altre violazioni dei doveri coniugali. È importante notare che l’addebito non è automatico e dipende dalla specifica situazione e dalla prova fornita.

Inoltre, l’infedeltà apparente, ossia comportamenti che fanno apparire che uno dei coniugi stia tradendo anche se non è effettivamente così, può essere considerata una causa di addebito se ha ledere la dignità e la fiducia tra i coniugi.

In conclusione, la separazione con addebito è un concetto giuridico complesso che ha un impatto significativo sulla vita e sui diritti dei coniugi coinvolti in una crisi coniugale. La sua applicazione dipende dalla dimostrazione della violazione dei doveri coniugali e del nesso causale tra questa violazione e la crisi coniugale. La giurisprudenza ha affinato nel tempo le condizioni in cui può essere richiesta e ha ampliato le situazioni in cui l’addebito può essere pronunciato.

L”abbandono del tetto coniugale

L’abbandono del tetto coniugale rappresenta un’altra possibile causa di addebito nella separazione tra coniugi. Oltre alla violazione del dovere di fedeltà, il Codice Civile (art. 143 c. 2) stabilisce che i coniugi hanno l’obbligo di coabitare. Ciò significa che devono vivere insieme nella stessa residenza familiare, concordando l’indirizzo della vita familiare secondo le esigenze di entrambi e quelle preminenti della famiglia stessa (art. 144 c.c.).

La violazione di questo dovere di coabitazione avviene quando uno dei coniugi abbandona la casa coniugale senza giusta causa e rifiuta di tornarvi. Ad esempio, la separazione può essere addebitata al coniuge che ha lasciato la casa coniugale senza una motivazione valida, come dimostrato in una sentenza della Cassazione (Cass. Ord. 14841/2015) in cui un marito aveva lasciato la casa mesi prima del ricorso per separazione senza una ragione adeguata.

Tuttavia, ci sono situazioni in cui l’abbandono del tetto coniugale può essere giustificato e non portare all’addebito, ad esempio:

  • Quando l’abbandono è una conseguenza diretta della presentazione della domanda di separazione.
  • Quando esiste già una crisi coniugale che rende intollerabile la convivenza, e quindi l’abbandono diventa inevitabile.

Un esempio specifico potrebbe essere quando la moglie rifiuta di avere rapporti sessuali con il marito e quest’ultimo decide di abbandonare la casa a causa di questa situazione. In questo caso, il rifiuto reiterato di avere rapporti sessuali può essere considerato una violazione del dovere di assistenza morale e materiale e può portare all’addebito della separazione (Cass. 19112/2012).

Violazione del dovere di assistenza morale e materiale

La violazione del dovere di assistenza morale e materiale rappresenta un altro motivo per cui la separazione può essere addebitata a uno dei coniugi. Ai sensi del Codice Civile, i coniugi hanno l’obbligo reciproco di aiutarsi e supportarsi, e la lesione di questo dovere può comportare l’addebito della separazione. Questo può includere situazioni in cui un coniuge sottopone l’altro a vessazioni o atti di violenza familiare.

Un esempio comune di violazione del dovere di assistenza morale e materiale è quando un coniuge rifiuta ripetutamente di avere rapporti affettivi o sessuali con l’altro coniuge per un lungo periodo. In questo caso, il rifiuto può essere considerato una fonte di umiliazione e offesa alla dignità dell’altro coniuge, il che può portare all’addebito della separazione (Cass. 19112/2012).

Altri esempi includono comportamenti violenti o aggressivi da parte di uno dei coniugi nei confronti dell’altro.

È importante notare che la semplice violazione dei doveri coniugali non è sufficiente per l’addebito della separazione. Deve essere dimostrato che il comportamento del coniuge è stato la causa scatenante della crisi coniugale e non una sua conseguenza. In altre parole, il comportamento del coniuge deve avere un nesso causale con la rottura del matrimonio.

Per esempio, se un coniuge ha commesso ripetuti atti di infedeltà, ma la coppia aveva già una crisi coniugale in atto prima di questi atti, l’infedeltà potrebbe non essere sufficiente a giustificare l’addebito della separazione (Cass. 9074/2011).

Le conseguenze giuridiche della separazione con addebito

Le conseguenze della pronuncia di addebito sono di natura patrimoniale e hanno lo scopo di sanzionare la condotta del coniuge a cui è addebitata la separazione. Queste conseguenze includono:

  • La perdita del diritto all’assegno di mantenimento (art. 156 c. 1 c.c.): Il coniuge a cui è addebitata la separazione perde il diritto di ricevere un assegno di mantenimento dall’altro coniuge.
  • La perdita dei diritti successori (art. 548 c. 2 c.c.): Il coniuge a cui è addebitata la separazione perde i diritti successori che normalmente spetterebbero al coniuge superstite.

Tuttavia, è importante notare che l’addebito non elimina il dovere del coniuge a cui è stato addebitato di versare gli alimenti in caso di bisogno dell’altro coniuge, secondo l’art. 433 c.c. Inoltre, se il coniuge destinatario dell’addebito stava ricevendo gli alimenti al momento dell’apertura della successione, potrebbe avere diritto a un assegno vitalizio a carico dell’eredità (art. 548 c. 2 c.c.).

La pronuncia di addebito può anche comportare la condanna al pagamento delle spese legali. Inoltre, il coniuge a cui non è addebitata la separazione può chiedere il risarcimento dei danni subiti a causa della violazione dei doveri coniugali da parte dell’altro coniuge.

Inoltre, va notato che il diritto alla pensione di reversibilità sopravvive anche in caso di addebito della separazione, a condizione che esista ancora un rapporto coniugale con il coniuge deceduto al momento della sua morte (Cass. 7464/2019).

Separazione con addebito: quando può essere richiesta?

L’addebito della separazione può essere richiesto solo in sede di separazione giudiziale, non in una separazione consensuale. Questo significa che le parti non possono concordemente decidere chi sia responsabile della crisi coniugale; un accordo del genere è nullo poiché i diritti coniugali sono considerati indisponibili. La richiesta di addebito può essere presentata dal coniuge richiedente la separazione nel ricorso iniziale e fino alla memoria integrativa. In alternativa, può essere presentata in via riconvenzionale dal coniuge convenuto nel procedimento giudiziario.

Il coniuge che chiede l’addebito deve fornire prove della violazione dei doveri coniugali. Ad esempio, nel caso dell’infedeltà, la moglie deve dimostrare che il comportamento del marito è stato causa diretta della crisi coniugale. Le prove possono essere testimonianze o documenti, come fotografie, messaggi o e-mail. Tuttavia, è importante notare che non tutti gli SMS costituiscono una prova di infedeltà, e il loro utilizzo come prova è soggetto a norme sulla privacy.

La gestione dei figli in caso di separazione con addebito

La gestione dei figli in un caso di separazione con addebito segue le regole generali, indipendentemente dalla dichiarazione di addebito. Il benessere dei figli è la priorità, e il giudice deve prendere decisioni basate sugli interessi dei minori. L’affido condiviso è la soluzione preferita, ma l’affido esclusivo è possibile in circostanze eccezionali che giustificano tale decisione.

Separazione con addebito e assegnazione della casa familiare

In presenza di figli minori o figli maggiorenni non autosufficienti, il giudice assegna la casa familiare al genitore collocatario dei figli, indipendentemente dall’addebito e dalla proprietà dell’immobile. Se non ci sono figli, la casa coniugale rimane al coniuge proprietario, a prescindere dall’addebito. Se la casa è in comproprietà e non ci sono figli, i coniugi devono procedere alla divisione, indipendentemente dall’addebito.

In definitiva queste informazioni forniscono un’ampia panoramica del processo di separazione con addebito, comprese le fasi legali e le possibili conseguenze. La legge e le procedure possono variare da un paese all’altro, quindi è sempre consigliabile consultare un avvocato specializzato in diritto di famiglia per assistenza specifica in base alla giurisdizione locale.

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